Dal progetto “Prodiquavi” un interessante scoperta per i vivaisti
Individuare nelle specie ornamentali economicamente più importanti per la Puglia la presenza di eventuali agenti patogeni sistemici, virus, fitoplasmi e batteri. E’ questo uno degli scopi del progetto “Prodiquavi” che si avvale di tecniche diagnostiche molecolari altamente efficaci e ad ampio spettro d’azione. In particolare queste tecniche sono capaci di agire in maniera indiscriminata, nel senso cioè che non ricercano specifici agenti patogeni e non prevedono la conoscenza preliminare delle loro sequenze genomiche (DNA o RNA).
La tecnica del sequenziamento massale, utilizzata in questo progetto, consente di esaminare tutti gli acidi nucleici contenuti nella pianta oggetto della ricerca, compresi quelli di eventuali patogeni in essa presenti. Attraverso procedimenti bioinformatici, questa tecnica consente di comparare le sequenze degli acidi nucleici estratti dalla pianta con tutte quelle presenti in banca dati, ed in particolare con quelle di agenti fitopatogeni.
Dalla somiglianza più o meno elevata al genoma di patogeni già noti, si può giungere a conoscere lo stato sanitario “assoluto” delle piante analizzate. Di qui l’interessante risultato preliminare ottenuto con uno studio condotto analizzando piante di gelsomino comune (Jasminum officinale) prelevate da vivaio.
Queste piante mostravano in serra sintomi di mosaico delle nervature ( vedi foto). Il sequenziamento massale dei loro estratti ha evidenziato la presenza di acidi nucleici molto simili a quelle di una specie virale filamentosa già nota, denominata Jasmine virus C, potenzialmente trasmissibile per afidi. Questo virus era stato descritto in associazione a sintomi di mosaico e picchiettatura gialla a Taiwan ed in Cina già nel 2004, e nell’ambito del PRODIQUAVI è stato interamente sequenziato nelle nostre attività inerenti la task 3.2 “Diagnosi fitosanitaria di germoplasma mediterraneo di interesse vivaistico con sequenziamento massale”. Sebbene su gelsomino questo virus sembra indurre sintomi lievi e di scarso rilievo, non è escluso che, se trasmesso su altri ospiti suscettibili, possa causare alterazioni di ben altra portata o dannosità.
Questo risultato è molto utile per i vivaisti che diventano così consapevoli dello stato sanitario delle loro piante e dell’eventuale rischio associato alla presenza in esse di patogeni, anche di nuova individuazione, che questo tipo di ricerca consente di descrivere e caratterizzare.
In passato è stata dedicata scarsa attenzione alle malattie di origine virale delle piante ornamentali che vengono propagate soprattutto in modo vegetativo (per talea). Per queste specie la selezione delle piante sane viene fatta su base empirica dagli stessi vivaisti che, scegliendo le piante da destinare alla propagazione, tendono ad eliminare quelle che mostrano anomalie o lievi sintomi di maculature, giallumi, scarso accrescimento, deformazioni, ecc., conseguenti a malattie, soprattutto di natura virale. Fra i virus rinvenibili in queste piante, che in molti casi tendono a diffondersi rapidamente alle altre piante sane ad opera di insetti vettori, ve ne sono alcuni la cui conoscenza è avvenuta soltanto di recente. Numerosi sono latenti (non sintomatici) e non vengono pertanto considerati e regolamentati dalle normative comunitarie e nazionali che prevedono la sanità del materiale di propagazione vegetale da commercializzare e l’assenza di patogeni dannosi. L’obiettivo finale di questo progetto è proprio quello di ottenere piante capostipiti, a monte della filiera vivaistica, possibilmente sane o comunque con stato sanitario noto relativamente alla presenza di agenti poco pericolosi, per migliorare la qualità e la sicurezza delle produzioni vegetali.